Riaprire la piscina in primavera: guida pratica per sopravvissuti all’inverno

Hai superato l’inverno. Hai chiuso la piscina come si chiude una bara vichinga: con riti, corde e maledizioni. E ora, con l’arrivo dei primi caldi, ti chiedi se là sotto ci sia acqua o un esperimento radioattivo.

Tranquillo. Qui non si giudica. Qui si pulisce, si testa e si riparte. Con pazienza, sarcasmo e magari qualche insulto a chi ti aveva detto “tanto basta togliere il telo”.


1. Quando riaprirla?

Quando l’acqua si avvicina ai 15-16 gradi, ma prima che si scaldi troppo e diventi una zuppa d’alghe.
Aprirla troppo tardi è come ignorare una gomma bucata: ci arrivi lo stesso, ma in che condizioni?

Se hai fatto tutto bene in autunno (o almeno ci hai provato), troverai acqua decorosa. Se invece hai saltato lo svernante, preparati a una tinta smeraldo stile pozione di Hogwarts.


2. Rimuovere il telo (senza imprecare… troppo)

Togli le corde con cautela, senza spezzarle coi denti come Rambo.
Se sopra c’è acqua stagnante, sifona via tutto con un tubo prima di sollevare il telo. Se sollevi di colpo, l’acqua piovana finirà nella piscina. Con lei foglie, zanzare e una colonia di batteri che manco i documentari.

Una volta tolto, lava il telo. Sì, subito. Sennò a settembre lo ritrovi incrostato e con odore da calamaro spiaggiato.


3. Primo sguardo all’acqua: niente panico

Verde? Lattiginosa? Gialla che manco il succo d’ananas?
È normale.
Più normale di quanto pensi. Respira e passa allo step successivo.
Chi ha l’acqua blu perfetta appena sollevato il telo o mente o ha fatto un patto col demonio del cloro.


4. Pulizia: dentro, fuori e pure i tubi

Rimuovi i detriti con retino e aspirafango.
Se hai fatto la “chiusura in stile vichingo”, troverai solo qualche foglia. Se invece hai coperto la piscina con un lenzuolo Ikea legato con lo spago… ci vorrà più amore.

Pulizia meccanica e pazienza.
Non ti serve l’idropulitrice, ti servono braccia, voglia, e magari un figlio adolescente in punizione.


5. Test dell’acqua: bentornato pH

Fai i test con le goccine o le pastiglie, lascia stare le strisce.
Controlla pH, cloro residuo, e se vuoi fare il figo anche l’alcalinità. Ma intanto comincia dal pH. Deve stare tra 7.2 e 7.6.

Se tutto è sballato, non buttarti nel panico né nella piscina. Aggiusta con pH+ o pH- a piccoli dosi e dai tempo al sistema di assestarsi.


6. Clorazione iniziale: la botta di vita

Serve una bella iperclorazione (cloro shock).
Dicloro granulare sciolto in secchio, pompa in ricircolo, poi filtrazione per almeno un giorno.
Se hai lasciato la piscina piena, con acqua un po’ torbida ma non paludosa, questa botta di cloro farà il grosso.

Hai le cartucce? Cambiale. Non lavarle per la quinta volta col getto del tubo. Basta.


7. Rimonta tutto (con criterio)

Pompa, skimmer, tubi: rimonta e controlla che non ci siano crepe, perdite o guarnizioni secche.
Se usi sabbia filtrante, valuta un bel controlavaggio.
Se usi polisfere, lavale. Se non sai cosa hai, è il momento di capirlo.


8. Filtra, osserva, aspetta

Lascia la pompa accesa per almeno 24 ore.
Non stare a guardare ogni mezz’ora chiedendoti se è cambiato qualcosa.
Vai a fare altro. Dopo un giorno, verifica se l’acqua è migliorata, se si vedono il fondo e i sogni dell’estate che torna.


Riaprire la piscina è meno traumatico di quanto sembri, se non cerchi la perfezione.
Quello che conta è che tra qualche giorno, magari una settimana, sarà di nuovo pronta a ricevere piedi sporchi, risate, spruzzi e zanzare.

Bentornato a bordo.

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