L’estate è finita. Te ne sei accorto quando hai messo un piede in piscina a metà settembre e hai sentito freddo nel midollo. E ora arriva il dilemma esistenziale da poraccio con piscina fuori terra: la smonto o la lascio lì come una barca abbandonata nel giardino?
Se sei tra quelli che la piscina “non si smonta manco morto”, questo articolo è per te. Ti spiego come chiuderla senza diventare pazzo, rovinare tutto o farti portare via il telo dal primo vento a 30 nodi.

Prima di tutto: quando si chiude?
Aspetta. Aspetta davvero. Non farti prendere dalla frenesia settembrina.
La piscina si chiude quando l’acqua scende sotto i 15-16 gradi.
Prima di allora, svernanti e cloro fanno poco. Se la chiudi troppo presto, stai solo creando un brodo batterico con il telone sopra.
E no, non va lasciata vuota: può deformarsi, scollarsi, volare via, e diventare un’arma contundente. Lascia l’acqua, abbassala solo un po’. Ci arriviamo.
STEP 1 – Pulizia zen (e aspirafango da trincea)
Prima di chiudere, pulisci tutto come se dovessi farci il bagno domani: fondo, pareti, linea di galleggiamento. Foglie, insetti, sassolini.
Se hai un aspiratore home-made con bottiglia da due litri e tubo da giardino, sappi che sei nel posto giusto.
Chi è saggio, aspira in scarico. Tanto dovrai togliere un po’ d’acqua comunque.
STEP 2 – Test dell’acqua: sì, servono le goccine
Il pH deve stare a 7.2. Non 6.5, non “boh sarà a posto”.
Usa un test a gocce o pastiglie. Le striscette sono come leggere i tarocchi con la luce al neon.
Sistema il pH prima di fare qualsiasi trattamento. Dicloro e svernante funzionano solo se il pH è nel range giusto.
STEP 3 – Iperclorazione: cloro shock, ma con metodo
Sciogli il dicloro granulare 56% in un secchio d’acqua (mai spargerlo diretto), poi versalo in piscina con la pompa in ricircolo.
Dosi? Circa 30-40 grammi per metro cubo (ma leggi sempre l’etichetta del tuo prodotto, che non siamo tutti con lo stesso cloro).
Dopo qualche ora, rimetti la pompa in filtrazione e lasciala girare fino al giorno dopo.
Hai la pompa a cartuccia? Fa lo stesso, tranquillo.
STEP 4 – Svernante: il tuo amico antialghe
Quando l’acqua è fredda (sotto i 16 gradi), versa il prodotto svernante.
È un liquido algistatico, batteriostatico e anticalcare (che suona come una maledizione egizia, ma è utile).
Funziona solo se il pH è corretto. Versalo con pompa in ricircolo per almeno mezza giornata.
Etichette sempre da leggere: alcuni prodotti vogliono il bis a metà inverno. Se non vuoi rifare tutto da capo a gennaio, scegli uno che non rompe.
STEP 5 – Vuotamento parziale e addio acido isocianurico
Togli circa 30% dell’acqua. Dal fondo.
Così ti liberi dell’acido isocianurico, l’occhiale da sole del cloro: utile, ma se si accumula il cloro diventa cieco.
Se usi sabbia, è il momento giusto per un bel controlavaggio. Se piove molto d’inverno, alleggerire un po’ la piscina aiuta anche la struttura a non cedere sotto il peso dell’acqua.
STEP 6 – Smonta tutto (con amore)
Pompa, skimmer, tubi: smonta, lava e asciuga.
Le polisfere? In lavatrice a 30°.
La sabbia di vetro? Lavala nel serbatoio o fuori, falla asciugare e riponila all’asciutto.
La parola d’ordine è: niente muffa e niente ruggine.
STEP 7 – Il telo: copertura o arma contundente?
Serve un telo spesso, almeno 250 gr/m², occhiellato e fermato benissimo.
Tensione sulle corde. Fai passare due corde a X sopra al telo, ben tirate.
Sotto i montanti, non sotto tutta la piscina sennò chi la solleva più.
Pompetta per togliere l’acqua piovana? Ottima. Sistema dei vasi comunicanti con tubo da giardino? Poraccissimo, ma perfetto.
Hai un giardino ventoso? Usa i tiranti da ancoraggio.
Meglio sembrare paranoici che inseguire un telone alle 3 di notte in pigiama sotto la pioggia.
E adesso?
Adesso ti godi l’autunno. Se hai fatto tutto per bene, a primavera l’acqua sarà limpida o quasi.
E il telo sarà ancora lì, fermo, come un amico fedele che ha visto tutto ma non parla.
Poi toccherà alla riapertura. Ma quella è un’altra storia.